Il primo giorno dell’anno è un giorno di festa e di riposo; in questo giorno speciale io mi ritaglio un po’ di tempo per un piccolo rito: quello di ripercorrere l’anno appena trascorso, sfogliando le pagine dell’agenda che ha appena terminato il suo onorevole lavoro annuale. Si tratta di un’agenda settimanale Anytime 17×24 inTempo, piuttosto comune, priva di fronzoli, ma funzionale rispetto alle mie esigenze, al punto da avere conquistato un posto stabile nelle mie scelte organizzative. Ne ho una serie nello studio, che testimonia gli ultimi dieci anni di vita: le prime cambiano colore da un anno all’altro (voglia di novità?), le ultime sono tutte invariabilmente rosse (voglia di continuità?).
Sfogliare l’agenda significa rivivere tutte le esperienze, piccole e grandi, che vi sono registrate: la parte del leone la fanno gli appuntamenti di lavoro, le riunioni (la maggior parte on line), gli incontri da cui siamo usciti con decisioni prese e tante cose da fare, ciascuno nel proprio ruolo. Ma c’è spazio anche per gli appuntamenti dal parrucchiere e dall’estetista (per la gioia della “signora dei peli” a cui ho dedicato il mio ultimo libro La biblioteca e la sua reputazione), per le serate in cui abbiamo avuto ospiti a casa o siamo usciti per raggiungere gli amici da qualche parte, per partecipare ad uno spettacolo a teatro. Ci sono tutti gli appuntamenti dello screening ginecologico a cui mi richiama costantemente, con gentile determinazione, la mia previdentissima ASL; ci sono le visite mediche di routine, gli incontri dal veterinario per Ginger e Pallina. Quest’anno ci sono pure i tre appuntamenti per il vaccino anti-covid: a maggio, a giugno e a dicembre. Anche in questo caso, ho da ringraziare la mia ASL e i volontari che hanno fatto vivere un’incredibile macchina da guerra.
Dal punto di vista lavorativo, l’anno che si è appena concluso è stato molto produttivo: assieme ai miei colleghi ho portato a termine una serie importante di progetti, alcuni dei quali avevano subìto un comprensibile rallentamento nell’anno 2020, così come siamo riusciti ad ottenere importanti risultati in termini di finanziamenti che faranno sentire i propri effetti nel 2022. La pandemia ha inciso fortemente (direi pesantemente) sui servizi finali, mentre l’area di attività che è riservata a me non ha subito stop né riduzioni, anzi. Difficile dire che è stato un anno bello: posso dire comunque che è stato redditizio, permettendoci di raggiungere traguardi non da poco, niente affatto scontati.
Più in generale, dal punto di vista professionale è stato un anno molto positivo: ho concluso la stesura del libro più impegnativo della mia vita, riuscendo a trasferire sulla carta una esperienza e una passione trentennale. Una sorta di “testamento spirituale”, quasi a segnare la fine di una fase importante della mia vita lavorativa, e l’inizio di una fase nuova (vedremo).
Sul fronte della vita personale, le cose sono andate bene: la mia famiglia e le persone che mi sono care hanno superato bene tutte le insidie della pandemia, e questo è già da solo un eccellente risultato, in un anno così difficile sul fronte sanitario. Con gli amici e con gli stessi familiari ci siamo visti sicuramente meno del previsto: e anche quando ci siamo incontrati, abbiamo continuato a stare lontani, a non abbracciarci, a non baciarci. La pandemia ci ha cambiati, ma quando questa brutta storia sarà finita, sapremo ritornare vicini. Si sono consolidate alcune amicizie, altre si sono allentate: la normale fisiologia delle relazioni ha manifestato le sue consuete oscillazioni. Ho letto poco, devo ammettere: gran parte del tempo libero è stato dedicato alla stesura del libro, una piccola parte alla preparazione del concorso che si è parzialmente espletato a dicembre.
Ripongo l’agenda 2021 all’ultimo posto nella fila delle agende passate, e metto in uso quella del 2022: esteriormente identica (anche quest’anno copertina rossa!), ma ancora vuota, piena di speranze per il futuro. I primi appuntamenti sono già registrati a lapis, come avviene sempre ad inizio anno, quando attribuisco al futuro un rispetto maggiore di quanto gli porterò nel corso dell’anno, quando al lapis si sostituiranno penne di colore diverso, e ci saranno cancellature e frecce di spostamento da un giorno all’altro, che testimonieranno la mutevolezza delle cose, la loro imperfezione, il loro tormento.
Per adesso la nuova agenda è perfetta: pronta a dirmi che la mia vita è nelle mie mani, e posso plasmarla e lavorarla quasi fosse plastilina. Sta a me riempirla di obiettivi importanti o di eventi inutili; di momenti di felicità o di noia. Mi attribuisce un ruolo sicuramente superiore al mio personale destino: creiamo, sì, la nostra vita, ma solo in parte. Ci sono eventi che càpitano al di là del nostro volere, che eccedono il nostro controllo: l’unico margine che abbiamo riguarda la scelta di come reagire ad essi. Come interpretarli, come costruire le nostre strategie di convivenza. L’agenda rappresenta il simbolo ed assieme il testimone di queste strategie: racconta il tempo che non si limita a passare, ma che diventa lo strumento con cui affrontare le situazioni che siamo chiamati a vivere.
Nei primi giorni dell’anno il ritmo sarà probabilmente più lento: complice il perdurare delle vacanze di tanti degli interlocutori attivi. Dal dieci gennaio la fabbrica riavvierà tutti i macchinari, e le giornate torneranno ad essere infinite. XXL, come le chiamo io. Buon anno a me, e a tutte le persone a cui voglio bene. Alle persone che fanno del loro meglio, che si spendono senza risparmio, che ogni giorno partecipano con il loro mattoncino alla costruzione di un mondo migliore.