#bibliotechedaraccontare
Giornata di lavoro di taglia M, oggi: un primo caso di “orario normale” nel mese di agosto, che difficilmente potrà ripetersi nei prossimi mesi. Approfitto di questa quasi-normalità per prendermi cura di alcuni affari personali che rischiavo di lasciare un po’ troppo abbandonati a se stessi. D’altronde, è comprensibile che alla mia età quasi veneranda, dopo 12 ore di ufficio, alle otto di sera mi senta stanca e non trovi la voglia per fare tutto quello che vorrei e dovrei fare, compreso leggere!
Nonostante il poco tempo a disposizione, le cose messe in campo sono state comunque tante: la pentola bolle a tutto fuoco, mettendo in cottura un settembre che sembra essere di novanta, e non di trenta giorni.
Tra le tante azioni messe in campo, quella che definisce le caratteristiche del nuovo servizio di Artoteca, che metteremo in funzione dal prossimo ottobre, prevedendo l’avvio del prestito di opere d’arte – su ispirazione di altri esempi già maturati in altre biblioteche d’Italia, prima fra tutte il Multiplo di Cavriago. Il progetto, realizzato per impulso degli Amici della San Giorgio, prevede la raccolta di opere d’arte su carta prevalentemente di artisti pistoiesi, che saranno destinate ad andare in prestito, come si trattasse di un semplice libro, per essere esposte nelle case degli utenti. Ricordo di avere visitato l’artoteca della Biblioteca di Tel Aviv, più di dieci anni fa, rimanendone fortemente colpita: un enorme stanzone con tantissime opere pronte ad essere appese alle pareti dei cittadini! Da allora il “pallino” dell’artoteca mi ha sempre tormentato, e sono felice che – sia pure dopo dieci anni – questo piccolo sogno vada in porto nella biblioteca dove lavoro. L’idea che le persone che non possono permettersi di acquistare una vera opera d’arte possano comunque arricchire la propria casa, sia pure temporaneamente, di qualche “frammento di bellezza” è a mio avviso in linea perfetta con il nostro obiettivo primario di essere una biblioteca “per tutti”, in grado anche di rimuovere almeno in parte gli ostacoli che impediscono alle persone di vivere una vita piena di soddisfazioni e di opportunità. Che sia anche questa una piccola rivoluzione? Forse sì.