Capelli, acconciature, parrucchieri: siamo di fronte ad argomenti per definizione leggeri ed insignificanti. Ma non è un caso che ci siano numerose storie (libri, poi trasposti sul grande schermo) che partono da questo tema per affrontare tematiche importanti, come la ricerca di sé. Il film “Dacci un taglio”, oggi disponibile su Netflix, ha trasposto in modo convincente il libro di culto “Nappily ever after” di Trisha R. Thomas (mai apparso in italiano), grazie alla regista saudita Haifaa Al-Mansour. Al centro la figura di Violet Jones (ben interpretata dalla brava Sanaa Lathan), una giovane donna afro-americana che sta facendo carriera nel settore pubblicitario e ha costruito attorno a sé l’immagine di una bellezza perfetta: fatta non solo di abiti alla moda e cosmetici di alta qualità, ma soprattutto di una cura maniacale nei confronti dei propri capelli, a cui dedica ore e ore del proprio tempo affinché siano perfettamente lisci, come quelli delle donne bianche. Il film cita alcuni dati statistici importanti: gli afro-americani sono il 17% della popolazione americana, ma consumano l’80% dei prodotti per i capelli.
I capelli crespi, tipici degli afro-americani, sono storicamente considerati “brutti”: un libro molto interessante, Hair Story, parla proprio di come le donne di colore abbiano introiettato il senso di inferiorità attraverso l’idea che i capelli crespi portino con sé una immagine di sporcizia e inadeguatezza. Da qui appunto l’enorme spesa e il tanto tempo dedicato a renderli ogni giorno lisci e “adeguati”.
Mi viene in mente la bellissima storia (vera) di C.J. Walker (vedi), la prima donna di colore a diventare milionaria, costruendo un vero e proprio impero su prodotti di bellezza per capelli destinati a restituire dignità alle donne di colore: dignità, non bellezza. Una vera e propria icona di tutte le donne, raccontata dalla miniserie di Netflix Self-made.
Ma torniamo alla nostra Violet: super-perfetta in tutto, anche nella costruzione di un progetto di vita di successo, nel quale si vede già moglie di un medico di colore già all’apice della carriera professionale. Ma quando arriva il momento di ricevere l’anello, e con esso, la proposta di matrimonio, l’aitante fidanzato le regala un cagnolino, scatenando la sua inarrestabile ira. Violet si ritrova a vivere una storia che non è più quella che aveva sognato: arriva a tagliarsi a zero i capelli, per poter partire su nuove basi. E scopre il tanto tempo che la libertà dalla schiavitù dei capelli le regala, per ricostruire se stessa.