Ogni volta che esce un libro della Kinsella, mi metto subito in lista d’attesa, nella speranza che chi è davanti a me nelle prenotazioni delle copie presenti in biblioteca si sbrighi con la lettura e mi permetta di godere i miei cinque minuti di beatitudine in un giardino dei divertimenti tutto per me. E così è avvenuto anche con quest’ultimo romanzo, che ho letto in un paio di giorni (ma solo perché arrivo dal lavoro tardi, e a volte la sera ho solo la forza di addormentarmi sul divano mentre cerco di seguire le vicende di Olivia Pope con un occhio sì e un occhio no). Attenti all’intrusa è carino e divertente, come tutti i romanzi della Kinsella: certo, non travolgente come quelli della serie I love shopping, ma temo che quel filone si sia esaurito. O chissà. La storia è ben fatta, e Stefania Bertola – che è fine scrittrice – sa tradurre molto bene, grazie ad una sintonia con l’autrice che ha potuto maturare grazie alle tante trasposizioni in italiano che ci ha regalato dei romanzi della Kinsella. Ma certo non è un romanzo che rimane inciso a fuoco nel cuore, né me ne ricorderò fra due o tre giorni, quando sarà del tutto tramontata l’idea di fare il tifo per un’adulta che si nasconde come un’adolescente nella propria casa mentre la famiglia (o quel che ne rimane dopo il divorzio inatteso dei genitori) tenta malamente di festeggiare la vendita dell’immobile con un party riuscito così e così: il tutto, per rientrare in possesso di una serie di bamboline russe ammaccate, testimoni silenziose della sua vita di bambina felice. Troppo facile il lieto fine, poco credibile l’amore di gioventù che torna a fulgere dell’antico splendore, sfidando tutte le cose brutte della vita. Niente di che, insomma. Il vecchio amore per Becky Bloomwood, protagonista della serie I love shopping, mi ha indotto a prendermi cura anche di Effie, ma si è trattato di tempo perso. Sob. Menomale che in lista mi aspetta un libro che mi piacerà davvero.
Sophie Kinsella
Attenti all’intrusa!
Milano, Mondadori, 2021.