Giornata di riposo domestico, nella quale, fra le tante cose in programma (sia pure con tempi un pochino più lenti), mi dedico a scrivere la recensione del libro Dieci buoni motivi per andare in biblioteca, scritto dal collega Stefano Parise. La recensione sarà pubblicata in uno dei prossimi numeri di Biblioteche oggi.
Quarto arrivato della collana “Conoscere la biblioteca”, il libro di Stefano Parise condivide con i tre titoli che lo hanno preceduto il sogno ambizioso di raccontare la biblioteca a chi non la conosce, a chi vorrebbe chiuderla perché costa troppo o a chi pensa che non faccia per lui perché se la ricorda come l'ha vista da ragazzo e da allora non ci ha rimesso più piede.
Dietro al sogno si scorge l'intento concreto e militante di riposizionare la biblioteca pubblica nell'immaginario collettivo, per affrancarla dagli stereotipi di cui è ancora saldamente prigioniera, nonostante le numerose evidenze contrarie, e porre in evidenza il suo straordinario potenziale di presidio per la democrazia, luogo di costruzione della cittadinanza consapevole, strumento per la crescita individuale e collettiva, laboratorio di inclusione sociale e fabbrica di comunità all’epoca della crisi e della globalizzazione.
Il libro è ben scritto e ben calibrato per il pubblico di non addetti ai lavori.
Ho avuto piacere di leggerlo di nuovo, questa mattina, per rinfrescare l'impressione positiva che avevo tratto durante la prima lettura, fatta un po' a pezzi e bocconi nei mesi scorsi. L'impegno di scrittura mi ha indotto ad una lettura più attenta e precisa, lasciandomi un sentimento di orgoglio per il lavoro di tutta una vita.