Fare bene e farlo sapere: questo è il primo comandamento dei bibliotecari! Ad esso noi adeguiamo le nostre scelte di lavoro, i nostri comportamenti e le nostre condotte più minute nella quotidianità di ogni giorno.
Questo comandamento unisce con la congiunzione “e” due universi distinti: quello dell’operatività e quello della comunicazione. I due universi non possono vivere l’uno senza l’altro: se dovessimo limitarci a far bene il nostro lavoro, ad aprire la biblioteca in orario, ad acquistare le novità non appena escono, a catalogarle nel rispetto degli standard, a fare le altre mille cose che facciamo in modo corretto, ma senza che nessuno lo venisse a sapere, ci ritroveremmo da soli a baloccarci con i nostri giochi. Nessuno apprezzerebbe i nostri sforzi, parteciperebbe ai nostri eventi, utilizzerebbe il “ben di Dio” che ogni giorno mettiamo a disposizione dei cittadini.
D’altro canto, se ci limitassimo solo a curare l’immagine positiva della biblioteca, senza che vi corrispondesse un’alta qualità dei servizi, saremmo degli ingannatori, dei veri e propri venditori di fumo.
E invece, oggi più di ieri, abbiamo bisogno di coniugare l’essere col comunicare, per permettere ai nostri concittadini di consolidare un’idea di biblioteca utile, importante, meritevole di essere sostenuta e finanziata, perché capace di offrire un contributo alla soluzione dei problemi della città.
Dopo il lockdown, e ancora dentro l’emergenza COVID-19, oggi abbiamo bisogno di riposizionare la biblioteca in uno spazio diverso da quello precedente, offrendo servizi diversi e ricostruendo una nuova utilità sociale. Riposizionarsi significa lavorare intensamente per costruire una nuova reputazione della biblioteca. Questa tematica sarà approfondiia in un corso in programma on line nelle prossime settimane, a cura di Editrice Bibliografica. Date un’occhiata al programma: se vi sembra di poter trarne nuove ispirazioni, iscrivetevi!