Ieri Raffaella Carrà è morta: l’annuncio della sua scomparsa ha fatto il giro del mondo in pochi minuti, suscitando sincere manifestazioni di cordoglio. E’ stata una donna straordinaria, destinata a lasciare un ricordo indelebile nella memoria e nel cuore di sei, sette generazioni di italiani. All’epoca del Tuca Tuca io ero una bambinetta alle elementari, e non mi rendevo conto che il balletto con Alberto Sordi era qualcosa di più di uno sketch televisivo ben riuscito: era un capolavoro sociale, una dichiarazione di libertà per tutte le donne. Raffaella Carrà era una ballerina, una cantante, una show girl, o – come si diceva ancora all’epoca – una soubrette: certo non era ambasciatrice all’ONU, ma col senno di poi possiamo dire che ha lavorato a favore dell’indipendenza e della libertà delle donne più di quanto hanno fatto tanti personaggi importanti, impegnati ogni giorno nell’agone sociale e politico. Ha rotto il canone estetico ed etico di un’epoca che, pur successiva alla contestazione del 1968, aveva ancora un mainstream molto timido sul fronte dei cambiamenti nelle condotte. E Raffaella, con il suo ombelico di fuori, le gambe in mostra, i suoi inni all’amore libero (“Come è bello far l’amore da Trieste in giù, l’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu”) ha portato un grande vento di libertà, oltre che di allegria, tra le persone comuni.
Intelligente, sempre elegante, composta, mai una parola negativa nei confronti di colleghi e “avversari” artistici; professionale quant’altri mai, e soprattutto capace di uscire dal provincialismo per affermarsi come star internazionale. Parlava varie lingue straniere ed era amatissima soprattutto nei paesi di lingua spagnola. Ha venduto milioni di dischi ed ha saputo guardare sempre oltre nell’innovazione in fatto di buona televisione. Ha rappresentato la parte buona di un’epoca, Oggi il suo destino è quello di rimanere immortale nei nostri cuori: noi continueremo ad averla vicino a noi, grazie alle registrazioni digitali. Sarà per sempre la nostra Maga Maghella, la regina dei sabato sera di quando eravamo ragazzetti e stavamo ancora a casa ad aspettarla. E come donne, non soffriremo più d’amore, ma continueremo a rendere onore alla sua grande lezione: “E se ti lascia, lo sai che si fa? Trovi un altro più bello, che problemi non ha”.