Cathleen Schine
Io sono l’altra
Milano, Mondadori, 2020
Undicesimo romanzo della scrittrice americana Cathleen Schine, “Io sono l’altra” è una festa per gli amanti delle parole, che potranno godersi lo scorrere della vita delle protagoniste compiendo nel contempo un viaggio avventuroso all’interno del Dizionario Webster, che troneggia e spadroneggia su un leggio al centro della loro casa. Daphne e Laurel sono due gemelle omozigote dalla fluente capigliatura rossa: identiche per destino genetico, si vestono anche da grandi in modo uguale e portano un nome che le associa ad un’unica identità (per la mitologia classica Daphne è infatti la ninfa che si trasforma in Laurel, in alloro).
Parlano tra loro in un linguaggio segreto che esclude tutto il resto del mondo, creando un legame speciale che diventa una straordinaria occasione di sfida agli altri: Io sono l’altra – affermano tutte le volte che vogliono mettere in crisi chi entra in relazione con loro, facendo dello scambio di persona la loro risposta speciale e provocatoria per difendersi dalle paure di chi le incontra e per giocare con la straordinaria e terribile condizione di non potersi concepire come persone singole. Diventate grandi, entrambe incentreranno la loro vita professionale attorno al tema delle parole: Daphne sarà una famosa columnist impegnata nella difesa della lingua corretta, mentre Laurel, dopo un periodo trascorso a fare l’educatrice in una scuola privata, diventerà addirittura una poetessa. Il Dizionario Webster rimarrà per tutta la loro vita una presenza simbolica importante, diventando ora l’emblema della loro unione ora la metafora del loro desiderio di separazione.
Una interessante intervista all’autrice