E’ risaputo il mio amore sviscerato per Sophie Kinsella, regina indiscussa della chick-lit. La protagonista della serie I love shopping, Becky Bloomwood, è un’eroina insuperata, le cui disavventure in materia di acquisti compulsivi mi hanno sempre divertito fino a piegarmi in due dalle risate. Immergermi nelle storie dei suoi debiti infiniti, e nel tentativo sempre fallimentare di tenere sotto controllo la sua immensa gioia di comprare qualunque cosa, purchessia, è sempre stato un piacere a cui non ho voluto rinunciare. Ho letto anche altri romanzi “minori”, che certo non hanno mai retto il confronto (parlo per me, ovviamente). Poi mi è capitato tra le mani l’ultimo Cosa si prova, e lì davvero ho conosciuto una nuova Kinsella.
Si tratta di un romanzo breve, incentrato sulla figura di Eve, scrittrice alter-ego di Sophie, che fa i conti all’improvviso con un tumore al cervello, e con tutte le conseguenze della tragica novità: dal rischio della vita alla perdita di memoria, dalla durezza delle terapie alla necessità di creare un nuovo equilibrio tra ciò che conta davvero e ciò che può invece essere considerato irrilevante.
Non sapevo che l’autrice avesse attraversato in prima persona la vicenda narrata nel libro: Cosa si prova può dunque essere considerato come un reportage dalla vita vera, in cui all’improvviso tutto è destinato a cambiare.