Il quadrimestre che sta per prendere il via nei prossimi giorni è ricco di innovazioni, di quelle che piacciono a me: in alcuni casi piccoli “nuovi pensieri”; in altri vere e proprie “rivoluzioni” di servizio. Questa è sicuramente la parte del mio lavoro che mi piace di più, quella nella quale mi sento portata come destino professionale. Cominceremo con San Giorgio Librobus, il pulmino che va a prendere sotto casa le persone che hanno difficoltà a raggiungere la biblioteca, per proseguire con il prestito a domicilio dei PC portatili, con il prestito degli ombrelli (per chi se li è dimenticati a casa e si è fatto sorprendere in biblioteca dalla pioggia battente), con la creazione della nuova linea informativa per gli ipovedenti. Per non parlare poi dell’artoteca, il prestito delle opere d’arte, di nuovi gadget di lettura, di biblioteche viventi, di giochi elettronici sulla lettura, di interventi per l’implemento delle voci pistoiesi su Wikipedia. E chissà quante altre cose bollono nel nostro pentolone, e non mi stanno venendo in mente in questo momento. Alcuni grandi progetti sono ancora “segreti”… ma presto ne sveleremo almeno alcuni tratti.
Innovare per me significa sperimentare piccole o grandi rotture di equilibri tradizionali, come quando abbiamo introdotto il prestito degli occhiali da lettura, il prestito dei tablet, delle sportscam e di altri piccoli oggetti tecnologici; come quando abbiamo fatto posto in biblioteca alle cyclette, che gli utenti possono usare mentre leggono giornali e riviste. O abbiamo inventato le buste a sorpresa (quest’anno andate a ruba), le creme anti-rughe per la bellezza interiore, la propoli per tenersi in forma e mantenere i buoni propositi.
Le biblioteche hanno molto bisogno di innovare, non per perdere la propria identità, ma per costruirne una più adeguata ai tempi che cambiano, ai bisogni delle persone, al loro desiderio di essere “sorprese” con sempre nuove proposte. Noi siamo sul pezzo!