Questa sera ci vogliamo fare un piccolo regalo, per premiarci delle tante attività concluse positivamente nel corso della giornata: lo facciamo con un gelato gigantesco e con un film appena uscito nelle sale cinematografiche: La mia vita è uno zoo, di Cameron Crowe. Intendiamoci: nessunissima traccia, nemmeno microscopica, di capolavoro in vista. Ma ci sono delle sere in cui va bene anche un film da famiglie e bambini, di quelli per i quali il cervello si riposa in attesa del lieto fine.
Ed in effetti il film ha tutti gli ingredienti al posto giusto: come una fiaba classica, la partenza è quella di una tragedia e di un lutto da elaborare (il protagonista Benjamin Mee è un giornalista che ha appena perso la moglie, e cerca di prendersi cura come può del figlio adolescente e scorbutico e della figlia piccola ma già saggia). Il percorso è quello della redenzione e del coraggioso tentativo di ripartire verso una nuova avventura, ma – come in tutti i percorsi che si rispettano – ci sono tanti ostacoli da superare: dai funzionari del governo in vena di controlli alla pioggia battente che sembra distruggere i sogni dei protagonisti. E poi alla fine c’è il sole splendente, quello che asciuga pioggia e lacrime, e apre la strada ad un futuro radioso.
Dentro lo schema classico, sta lo zoo del titolo: perché il protagonista della storia, per sfuggire al dolore legato alla scomparsa della moglie, decide di comprare una casa con un bel parco fuori città, per poi scoprire, praticamente a cose fatte, di avere comprato anche un piccolo zoo, con tanto di guardiani: uno zoo chiuso per assenza di fondi. Ed ecco il sogno di restituire una casa dignitosa a tutti gli animali dello zoo, ricostruendo nel contempo il nuovo scenario in cui la famiglia di Benjamin può ritrovare il proprio equilibrio.
Matt Demon mi è apparso imbolsito, invecchiato e sostanzialmente imbambolato; Scarlett Johansson, attrice protagonista, mi è invece piaciuta molto di più, se non altro perché ha avuto il coraggio di comparire per tutto il film intabarrata in pantalonacci da lavoro e senza mai un filo di trucco, risultando comunque bellissima. Splendida la piccola bambina, figlia di Mee: con espressioni