Il trailer ci aveva fatto sperare in un buon film, e le speranze sono state ottimamente riposte. La commedia del duo Nakache-Toledano Quasi amici si è rilevata essere di ottima qualità: perfetto il mix tra risate e lacrime, tra ironia e tragedia.
Bravissimo il protagonista della storia, le cui fattezze somigliano in modo impressionante a quelle di un cinquantenne Dustin Hoffman.
Bianco e nero a confronto: lui (bianco) è ricco ma prigioniero in un corpo che non risponde più ai comandi minimi (un incidente di parapendio lo ha reso tetraplegico); l'altro, nero e poverissimo, è alto e grosso, con un corpo da favola. Lui è un raffinato conoscitore di musica classica e di teatro, l'altro riconosce un'aria dalle Quattro stagioni di Vivaldi solo perché l'ha sentita mille volte quando ha chiamato al telefono l'ufficio di collocamento.
Lui ha una Maserati potentissima, l'altro non ha neppure la patente. Ma insieme creano una squadra del tutto unica, con le carte in regola per vincere.
Film buonista quant'altri mai, e forse un pochino consolatorio: le differenze di classe, di censo e di colore possono davvero essere messe da parte in nome di una comune appartenenza alla razza umana? Succede nei film, appunto, e molto meno nella realtà quotidiana, dove le barriere sociali sono muri altissimi e invalicabili.
Colonna sonora insuperabile, specie per chi ricorda con nostalgia i fasti degli anni Settanta: merito degli Earth, Wind and Fire e dei Kool and the Gang. Da vedere assolutamente.