Ho rivisto molto volentieri “Sliding doors”, un film che – a vent’anni esatti dalla sua uscita – non ha affatto perso lo smalto del momento. Merito della bella e brava Gwyneth Paltrow, merito anche – e soprattutto – del tema assai intrigante: quello di che cosa succederebbe alle nostre vite se, grazie ad un particolare infinitesimo e quasi insignificante, i nostri destini dovrebbero cambiare. Il film prende appunto le mosse da un piccolissimo e insignificante particolare (riuscire o meno a prendere la prima corsa utile della metropolitana), per raccontare le vicende parallele vissute dalla medesima donna: in un caso, quando riesce a salire sulla metropolitana, per tornare a casa e scoprire che il fidanzato la tradisce con un’altra donna, e in un altro caso, quando è costretta ad attendere la corsa successiva, ma viene aggredita da un malvivente e fa ritorno a casa dopo essere stata medicata, giusto dopo che l’amante se n’è andata.
Sliding doors, ovvero porte scorrevoli, sono appunto quelle della metropolitana che si chiudono di fronte ad un destino e si aprono di fronte ad un destino diverso. Le nostre vite ci portano lungo traiettorie che in cuor nostro pensiamo di padroneggiare, e che invece sono segnate da qualcosa di superiore alla nostra volontà. Scegliamo o siamo scelti? Difficile dire quale sia la vera differenza tra queste due grandi opzioni della vita.