Ci sono tanti modi per dare applicazione in biblioteca alle leggi di Ranganathan “Every book his reader” e “Every reader his book”: acuni sono più laboriosi, altri più semplici, ma tutti si propongono – ciascuno a modo suo – di trovare una strada per permettere che scocchi la scintilla tra l’utente e un libro. In effetti le statistiche d’uso della collezione ci dicono che, accanto a titoli ad altissima circolazione (magari con lunghe code di prenotazioni), esiste una significativa pattuglia di titoli che non esce mai dallo scaffale, e che proprio per questo si candida ad essere trasferita in magazzino o addirittura ad essere scartata. Lo spazio di esposizione nello scaffale aperto è così prezioso che veniamo spesso colti dalla sindrome del nuovo, ed il vecchio ci appare aver completato il proprio percorso vitale.
In realtà il fatto che un titolo non venga richiesto in prestito non ci dice nulla in merito alla qualità del testo: anzi, tutti i bibliotecari sanno bene che alcuni ottimi libri vengono abbandonati ad un destino di oblio, perché le mode del momento orientano verso altri titoli e altri autori, magari di peggiore fattura. E allora che fare per invertire la rotta? Come fare per riportare l’attenzione dei lettori su un libro ormai dimenticato? Le strade sono diverse. La strada più intellettualmente stimolante è quella della recensione all’interno di un percorso di lettura strutturato: il bibliotecario presenta il libro “dimenticato” consigliandone la lettura, con l’effetto di convincere qualcuno a fare il grande passo, afferrare il libro e portarlo al bancone per la registrazione del prestito. Ci sono però anche altre strade meno scientifiche, sicuramente meno motivate sul piano intellettuale, ma che per questo non dobbiamo considerare impraticabili. Una di queste è la strada del gioco: offrire agli utenti la possibilità di portarsi a casa un libro a sorpresa, per il semplice gusto di incontrarsi, del tutto casualmente, con un titolo sconosciuto, ma forse in grado di intrigare i lettori.
E’ questo il caso dell’esperienza attivata lo scorso sabato sera, alla Biblioteca San Giorgio, in concomitanza della prima apertura serale dell’estate. Qui è infatti stata lanciata l’iniziativa “Stasera esco anch’io”: all’interno di allegre borsine di stoffa con il logo della San Giorgio, viene collocato un libro che non va in prestito da molto tempo, ma che merita una seconda chance. Abbellito da un gran fiocco rosso, il libro occhieggia assieme a tanti compagni di avventura in una cesta, accompagnato dalla scritta augurale “Stasera esco anch’io!”.
E voi bibliotecari che cosa avete inventato per poter far uscire di biblioteca i libri che nessuno vorrebbe leggere?