Tra i tanti, utilissimi, regali che ho ricevuto in occasione delle recenti festività di fine d’anno voglio segnalarne uno molto particolare, sia perché sono stata io stessa l’autrice del regalo, sia perché si tratta di uno strumento particolarmente utile per la vita di relazione in generale e per la mia attività di scrittura: il Dizionario delle Collocazioni, uscito per la prima volta nel 2012 per i tipi di Zanichelli, e ora giunto alla quinta ristampa.
Di questo straordinario “tesoro” non avevo mai sentito parlare, fino a quando qualche settimana fa una mia cara amica (cara, anche se lontana) ha pubblicato su Facebook un post nel quale ne decantava le lodi, sottolineando quanto il suo lavoro di traduttrice dall’inglese all’italiano stava traendo beneficio dal suo uso.
La mia amica è sempre stata un passo avanti a me dal punto di vista culturale: proprio per questo mi sono fiondata sull’app di Amazon per fare l’ordine veloce di questo dizionario, che dovrebbe trovare posto – accanto al dizionario della lingua italiana e a quello dei sinonimi e contrari – sulla scrivania di tutte le persone che scrivono per diletto o per lavoro.
Intanto, cominciamo dal titolo, tutt’altro che chiaro: con il termine “collocazioni” si indicano le espressioni formate da due o più parole che formano una unità fraseologica resa riconoscibile dall’uso linguistico; alcune di esse sono molto comuni, altre più raffinate, ma tutte si caratterizzano positivamente in termini di “proprietà linguistica”, per quanto non ci sia nessun nesso semantico nativo tra le componenti originarie della collocazione stessa. Ad esempio, in italiano si usa correntemente l’espressione “lanciare un appello”, che viene riconosciuta nel suo significato specifico, mentre non si usa “tirare un appello”, per quanto i verbi lanciare e tirare possano essere considerati semanticamente molto vicini, o addirittura sinonimi.
L’uso appropriato delle collocazioni in una lingua è sicuramente segno di padronanza della lingua stessa: vero e proprio campo minato per i non madrelingua, le collocazioni rappresentano una palestra molto efficace anche per gli italiani madrelingua, che grazie a questo strumento possono imparare a potenziare il proprio linguaggio, arricchendolo con espressioni sempre più accurate ed incisive, grazie alle quali possono dare mostra di una competenza linguistica approfondita ed efficace: dunque, un bel film potrà diventare un film entusiasmante, un bel libro un libro avvincente, un’estate molto calda diventerà un’estate rovente, e di fronte ad un dubbio, potremo fare tutto ciò che serve per fugarlo, invece che limitarsi a toglierlo di mezzo.
L’edizione che ho acquistato contiene anche un DVD Rom che permette di effettuare fino ad un massimo di 4 download su altrettanti device. Per la consultazione on line, basta utilizzare il codice di attivazione stampigliato sul bollino SIAE applicato su ogni copia. Chi non ha acquistato la versione cartacea può acquistare a poco prezzo la versione on line: insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Una intervista radiofonica all’autrice del dizionario, la linguista Paola Tiberii: http://www.radioradicale.it/scheda/366123/il-dizionario-delle-collocazioni-intervista-a-paola-tiberii