C’è poco da recriminare: ci sono dei momenti in cui bisogna stringere i denti e andare avanti. E questo è uno di quei momenti. Ci sarà tempo di pensare alla giusta alternanza tra lavoro e riposo, al rispetto dei contratti di lavoro e all’importanza di dare ascolto ai bisogni personali. Ora è il momento della focalizzazione sugli obiettivi di lavoro, ed è per questo che oggi, domenica, lavoro tutto il giorno. Mi sono particolarmente amici il tempo assolutamente infausto, che impedisce a chiunque di uscire di casa, e l’assenza di Antonio, al quale non debbo chiedere il sacrificio di una domenica domestica, per lasciare a me il tempo e lo spazio di lavorare.
La settimana che si conclude oggi è stata dominata dalla mostra di Kiefer, prendendosi spazi che avrei dovuto dedicare ad altre tematiche che cominciano a mostrare la loro urgenza. E quindi mi prendo tutto il tempo che serve, tra le 9 e le 17 di oggi, con qualche minuto di pausa per un panino e un caffè, per permettere che la prossima settimana non sia da vivere sempre e costantemente con l’acqua alla gola. Da completare il piano di lavoro dei colleghi, predisposto ieri solo per la giornata di lunedì, e poi un paio di eventi da organizzare ex novo, alcune recensioni da mettere a punto per martedì, un intervento da scrivere per il convegno di venerdì prossimo.
Mentre fuori piove, sul tavolo del soggiorno, accanto al computer portatile, una spremuta d’arancia, un tazzone di caffè, l’agenda, il calendario di settembre aperto, i quaderni di appunti. Internet a manetta, e via. Ogni tanto Ginger e Pallina passano sopra la tastiera per fare zucca zucca alla loro mamma umana, che però oggi deve rimanere tetragona ad ogni tentazione. Suvvia, il natale è alle porte: ci sarà un sacco di tempo per riposare, nel 2018.